Vrmdža
Questa parola, così particolare, è il nome di un villaggio sulle colline della Serbia orientale. Si scrive Vrmdža e si pronuncia più o meno Vrmgia. Tempo fa avevamo visto un servizio giornalistico su questo luogo, che stava vivendo un ripopolamento inaspettato. In effetti, da decenni molti villaggi delle campagne serbe soffrono lo spopolamento e l’abbandono delle attività agricole. I giovani seguono altre opportunità, dopo gli studi, e il lavoro viene portato avanti da contadini in là con l’età, a volte rientrati al paese dopo molti anni trascorsi a lavorare all’estero.
A Vrmdža, invece, hanno iniziato ad arrivare famiglie con persone che riprendono vecchie attività, ma con un tocco nuovo. Per esempio, una giovane coppia rientrata da Monaco di Baviera ha riavviato un vecchio mulino ad acqua, il “Naša Vodenica”, proponendo una ristorazione semplice e gustosa, insieme alla vendita delle loro farine macinate fresche al mulino. Noi abbiamo assaggiato le loro palacinke alla farina di spelta, con marmellata o noci tritate, buonissime.
La nostra amica Jelena ha preso in affitto alcuni appezzamenti di terreno e coltiva verdure e cereali biologici, che durante il fine settimana porta a vendere a uno dei mercati di Belgrado. Non mancano un rinomato istruttore di yoga tedesco, con la sua moglie attrice e due scatenati bimbi biondissimi, un compositore di opere sinfoniche post punk americano, un pensionato veneziano doc con sua moglie e molti altri ancora. Un’altra coppia dei paraggi ha chiuso la sua libreria per dedicarsi all’agricoltura ispirata alla permacultura, e non lontano da Vrmdža l’erborista Dragan raccoglie, fa seccare e trasforma in tisane e tinture le erbe selvatiche della zona, con una competenza e un’esperienza che ispirano stima e rispetto.
Il villaggio, di circa 500 anime, è particolare, perché è disposto lungo il fianco di alcune colline dominate da speroni rocciosi e non ha un vero e proprio centro. Gli abitanti scorrazzano a bordo dei loro trattori, alcuni dei quali sembrano usciti da un museo del trattore d’epoca. Quasi ogni abitazione ha uno o più cani e molti circolano randagi. Portiamo sempre con noi un bastone dissuasivo, nel caso qualche quattrozampe si facesse troppo irruente con il nostro Numi: basta mostrarlo e i cani si allontanano come per incanto.
Un unico punto vendita fornisce i generi di prima necessità e funziona da ritrovo per gli abitanti, che siedono a un tavolo fuori dalla bottega con una birra o l’usuale rakia. L’ufficio postale ha chiuso di recente, quando l’impiegata è andata in pensione. La piccola scuola arriva fino alla quarta elementare; per proseguire gli studi, i bambini si recano con un piccolo bus al paese più vicino. Nel prato accanto alla scuola troneggia un monumento ai caduti della seconda guerra mondiale, con la sua stella rossa sopra la lapide. In fondo, il prato sale verso uno sperone di roccia. Lì sono stati sistemati un palcoscenico e panche ricavate da tronchi, per ospitare il Vrmdža Fest, l’annuale festival incentrato sull’ecologia e le tradizioni.
La zona è molto ricca di acqua, con fonti, pozze, ruscelli e corsi d’acqua in ogni dove, alcuni così puliti da poterci ancora trovare i gamberi. Il nome stesso del villaggio deriva da Vrm, che significa fonte. Il terreno è argilloso e, appena piovuto, si attacca alle nostre suole in spessi strati, durante le camminate. Molte case tradizionali sono costruite usando proprio questo materiale. Sulle fondamenta di muro in pietra e calce, venivano poggiate delle travi in orizzontale e da lì partivano i pilastri di legno a sostenere la struttura del coperto e i telai di porte e finestre. Poi si intrecciavano dei legni più sottili, a maglie larghe, a formare delle doppie pareti. Queste strutture venivano riempite e ricoperte con un impasto di paglia, poca sabbia e fango che, seccando, creava le pareti vere e proprie. Infine, veniva steso uno strato di intonaco all’interno e all’esterno, come rifinitura, e l’ampia cornice dei tetti proteggeva le pareti dalle piogge. Pur con i segni dell’età, molti di questi edifici rurali sono ancora in uso e in Serbia si possono trovare artigiani in grado di lavorare con queste tecniche e di riparare gli eventuali danni del tempo.
Da Vrmdža si gode di una splendida vista su una vasta pianura inserita tra le colline, segnata dalle colture e dai boschi fino a perdita d’occhio e rimasta finora indenne da fabbriche, città, grandi strade e quant’altro.
A pochi chilometri si scorge il monte Rtanj, dalla netta forma piramidale e che carica i dintorni con una percettibile corrente di energia vitale. Questa zona ha acquisito fama crescente proprio per questa sua caratteristica vibrazione energetica, che carica le acque e la vegetazione di una forza tutta particolare. Forse è questo il motivo per cui le persone sono attratte da questi luoghi. Esistono affascinanti teorie esoteriche sul motivo per cui Rtanj abbia quella precisa forma piramidale. Qualcuno parla di collegamenti con altre strutture piramidali in giro per il mondo, creando una rete energetica, o addirittura un sistema di segnalazione e comunicazione con civiltà aliene. La storia che ci piace di più dice che questo luogo è una porta per entrare in contatto con stati di coscienza più elevati. Non sarebbe per niente male in questi tempi, in cui ne avremmo tutti un enorme bisogno.
Sempre più interessanti i vostri racconti…viaggio con voi virtualmente e mi riempie il cuore. Grazie un abbraccio Sonia
Cara Sonia,
il viaggio si fa sempre più intenso e siamo sempre più grati e felici di vivere le avventure che incontriamo ogni giorno. Ti ringraziamo per il tuo affettuoso interesse per le nostre storie e ti salutiamo con grande simpatia!
Ma che bella storia Kuteer. Mi piace tantissimo e sei super in linea con i tempi.. Hanno dato pure un oscar a un film che parla di viaggi in libertà. Grazie per il blog, da oggi viaggerò pure io grazie ai tuoi racconti
Cara Monica, grazie per le tue belle parole! Sì, i tempi stanno cambiando per tutti e il viaggio è un’occasione preziosa per vivere il cambiamento con consapevolezza. Se ti interessa qualche storia in particolare, faccelo sapere, così possiamo scrivere un articolo su quel tema. Abbiamo visto i tuoi dipinti su facebook. Che belli! Bravissima! Un grande abbraccio da Nat e me.