Verdeando
Dato che non abbiamo alcuna fretta, il nostro viaggio procede molto lentamente verso il sud della Spagna. Siamo arrivati a qualche chilometro da Dénia, mentre il vento da nord ovest faceva ballare Rocco lungo tutta la strada.
Per passare la prima notte, ci siamo infilati in una stradina lungo il mare, protetti da due imponenti edifici residenziali che ci hanno offerto schermo dalle raffiche. Malgrado la burrasca di vento, impavidi, abbiamo portato Numi a fare una passeggiata sulla spiaggia e abbiamo scoperto che quella zona era il punto di ritrovo dei kite surfers, che abbiamo contato a decine. Lo spettacolo dei volteggi delle vele colorate, mentre sulle onde i surfisti sfrecciavano rapidi come automobili, facendosi a volte trascinare nell’aria in salti prodigiosi, era molto affascinante. Numi adora correre a tutta velocità nella sabbia, così l’abbiamo lasciato sgroppare allegro, mentre noi ci riempivamo gli occhi dei colori delle vele, del mare e anche della sabbia che si infilava in ogni dove.
In serata abbiamo deciso di offrirci un buon ristorante e, cercandone uno vegano, lo abbiamo scovato a poca distanza. Il sito di “Verdeando” non ci è sembrato molto promettente. Come prima cosa, accolgono i clienti solo su prenotazione. Per prenotare bisogna in seguito anticipare una ventina di euro e, se si arriva con oltre 10 minuti di ritardo, la prenotazione scade e l’anticipo viene trattenuto. Inoltre, i cani non sono ammessi all’interno del ristorante, e questo non vale solo per Verdeando, ma in generale un po’ in tutta la Spagna, fatto che non ci spinge di certo a frequentare ristoranti e bar.
Accidenti, abbiamo pensato, dev’essere un posto antipatico oppure super chic, per mettere condizioni così stringenti, in un paese dove le persone tendono a prendere le questioni e gli orari con parecchia rilassatezza. Il menù però sembrava molto interessante e così abbiamo prenotato il pranzo per il giorno seguente, curiosi di vedere a cosa saremmo andati incontro.
Dopo una bella mattinata in giro per la cittadina di Dénia (faremo un altro post per parlarne, ne vale la pena), siamo arrivati al luogo indicato dal navigatore e ci siamo messi a cercare il ristorante, lasciando Numi a guardia di Rocco (si fa per dire…). Di fronte a noi, si trovava un piccolo centro commerciale da località di mare, con baretti, piccole boutiques, agenzie immobiliari, negozietti di articoli da spiaggia e pure uno dedicato interamente al macramè. Dove poteva essere il nostro Verdeando? Alla fine, l’abbiamo individuato proprio in mezzo a quelle botteghe e, puntuali come solo gli svizzeri sanno essere, siamo entrati. Eravamo gli unici avventori.
Nonostante la collocazione particolare, l’ambiente dava un senso di familiarità e accoglienza. L’arredamento era in legno, di buon gusto e ricavato da materiale di recupero e il verde era il colore dominante. Qui e là avevano collocato delle vetrine di oggetti di artigianato locale e di prodotti biologici. Il giovane cameriere si è prodigato a spiegarci la filosofia del ristorante, che nasce come coronamento dopo un periodo di crescita durato 10 anni, in cui lui e la cuoca hanno lavorato in altri ristoranti vegani, prima di approdare lì.
La carta del menù era sorprendentemente ricca e ci ha messo in difficoltà. Non sapevamo cosa scegliere e ci siamo affidati ai consigli di Carlos, il nostro cameriere.
Qui è iniziata la meraviglia. I piatti erano straordinariamente ben presentati, ma soprattutto erano incredibilmente deliziosi. Nessuno escluso. Si sentiva chiaramente la qualità degli ingredienti, il tocco sapiente di un’arte culinaria raffinata, con il suo equilibrio di colori e sapori. Carlos ci lasciava gustare, poi passava a illustrarci le pietanze e a testare la nostra capacità di riconoscere gli ingredienti utilizzati. Piatto dopo piatto, tra noi è cresciuta una reciproca simpatia, che ha aggiunto un tocco ancora più piacevole al pranzo.
Non abbiamo resistito ai dessert, che ci hanno impressionato per la loro bontà. In particolare, il “crudimisù”, un dolce crudo alla nocciola a e al cacao, così fine, equilibrato e gustoso, ci ha fatto sorridere felici.
Il conto finale è stato commisurato al servizio e alla qualità ricevuti e ci siamo alzati da tavola davvero soddisfatti. Il Verdeando è stata una scoperta sorprendente, che sicuramente non ci aspettavamo di trovare nei dintorni di una cittadina di mare, con tutti i tratti caratteristici dell’urbanizzazione e della ristorazione turistica.
Prima di ripartire, abbiamo chiesto a Carlos dove fosse possibile trovare frutta e verdura biologica, poiché fino a quel momento avevamo incontrato difficoltà a trovare mercati all’aperto nei quali i contadini biologici locali vendessero i propri prodotti.
Come abbiamo già constatato ripetutamente durante il viaggio, nelle aree più agricole è diffuso un utilizzo spropositato di prodotti chimici, fertilizzanti, antiparassitari, diserbanti, erbicidi e quant’altro, in particolare nelle colture in serra. Molti di questi prodotti sono peraltro sotto inchiesta o addirittura proibiti per i loro effetti nefasti per la salute e per l’ambiente.
Serve quindi un’attenzione particolare per trovare le fonti di cibo sano e Carlos ci ha effettivamente confermato che non è per niente facile e che la cosa migliore sarebbe avere contatti diretti con i coltivatori biologici.
Così, prima di ripartire, abbiamo ricevuto il contatto di Elke e Vicente, due coltivatori biologici che tengono uno stand al mercato della frutta e della verdura che ogni venerdì di svolge a Dénia. Domani è venerdì e non li mancheremo di certo!