posti e persone

Elafonissi

Molti ci avevano raccomandato di non mancare una visita alle spiagge di Elafonissi, che spiccano in ogni poster che decanta le meraviglie di Creta. Ci siamo dunque diretti a sud ovest per visitare finalmente quel luogo tanto elogiato. La ventina di chilometri finali per scendere dalla montagna si snodavano abbarbicati alle rocce, su una strada che non sembrava aver visto manutenzione da tempo. Eravamo perplessi che un luogo tanto famoso fosse raggiungibile solo da quella via e immaginavamo la confusione durante l’alta stagione turistica, con il viavai di auto, furgoni e camper a incrociarsi nelle strettoie a strapiombo sulle gole.

L’ultima discesa, sterrata, solcata e parzialmente erosa dalle piogge, ha messo alla prova Rocco, ma ci ha permesso di scendere fino al mare dove abbiamo finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo. Ci siamo ritrovati su uno largo spiazzo tra gli alberi di Elafonissi Beach. C’era posto a volontà e ci siamo piazzati comodi, a un centinaio di metri dal mare, in uno slargo tra i cespugli e le rocce. Siamo subito andati a vedere le famose spiaggie e siamo rimasti sbalorditi: il mare formava delle piccole baie di sabbia candida e rosata, con sfumature turchesi e blu tra le più belle che avessimo visto a Creta. Un vero paradiso.

A fine dicembre, le uniche presenze erano qualche camper e una manciata di auto, con qualche decina di persone sparse lungo i chilometri di spiagge e scogliere. Al calar della sera, il silenzio e la tranquillità regnavano sovrane, con un cielo pieno di stelle e una luna crescente tanto luminosa da creare ombre opalescenti tra le chiome degli alberi.

Tutta l’area è dichiarata zona protetta, con aree recintate, qui e là, per preservare le rare specie vegetali specifiche del luogo. Non ci sono infrastrutture fisse e tutto ha un’aria naturale e selvaggia. Sopra alla collinetta che domina le spiagge si trova il minuscolo villaggio di Elafonissi, che offre giusto quel che serve per le necessità immediate dei turisti. Ci sembrava incredibile che tanta bellezza fosse rimasta ancora intatta.

L’isolotto al largo della spiaggia è raggiungibile attraversando un piccolo guado tra le lingue di sabbia delle rive. Lì tutto è allo stato naturale secondo il progetto Natura 2000 a tutela delle specie vegetali e animali. Sull’isolotto sono ancora sono presenti i resti delle abitazioni degli abitanti massacrati dagli ottomani durante la guerra di indipendenza greca di fine ‘800 e le tombe dei morti causati da un naufragio sulle sue scogliere, un paio di secoli orsono.

Da Elafonissi passa il sentiero europeo E4 e così abbiamo intrapreso lunghe escursioni e una visita al bosco di cedri marittimi Kedrodasos, distante pochi chilometri dalla nostra base. Il sentiero arriva al bosco lungo il mare, tra rocce vulcaniche e cespugli resistenti e verdissimi. Le capre presenti nella zona ci osservavano con curiosità e ci sembrava si divertissero per le nostre goffe acrobazie. Una volta arrivati alla spiaggia, siamo stati catturati dal fascino dei cedri, alberi dal tronco ritorto che creano vere e proprie sculture viventi. Il verde dei loro aghi rifletteva la luce del sole sulla sabbia bianca, creando un effetto di luce azzurrognola. Nel silenzio e nel vento, ci pareva di trovarci tra le nevi o sul suolo lunare.

 Le previsioni meteo mostravano che avremmo avuto bel tempo e temperature gradevoli per diversi giorni: non potevamo trovare condizioni più adatte per celebrare il Capodanno alla grande.

La vera sorpresa, però, ce l’ha portata il nostro Numi. Eravamo abituati a lasciarlo scorrazzare libero nei luoghi immersi nella natura. Dopo i suoi giri di esplorazione “a lume di naso”, Numi tornava sempre per ritrovare la nostra compagnia. Il primo gennaio, invece, non è tornato al camper. Non avevamo proprio idea di dove potesse essere andato, né aveva senso mettersi a girare a caso gridando e fischiando, dato che si era già fatto scuro e che non avevamo idea dove poteva essere finito.

Lo abbiamo atteso per ore, poi, all’improvviso, abbiamo sentito il caratteristico rumore sulla porta quando sale i gradini e l’abbiamo fatto entrare. Era stranamente agitato e aveva un odore diverso dal solito. Il mattino seguente non ci siamo fidati di lasciarlo libero e Francesco l’ha portato in giro con il guinzaglio. Numi tirava deciso verso il villaggio e Francesco l’ha seguito, curioso di capire cosa ci fosse di così speciale, là in cima. Il mistero è stato presto svelato: dall’unico minimarket aperto è spuntata un’adorabile e vispa cagnetta, che aveva letteralmente fatto perdere la testa a Numi. La cagnetta, benché desiderosa di accoppiamento, è stata subito riportata all’interno, lasciando Numi a uggiolare, frustrato e sconsolato.

Da quel momento il nostro cane si è trasformato. Costantemente irrequieto, ululava senza sosta, puntando il corpo alla porta del camper. Questo dramma è andato avanti per giorni, senza che potessimo calmarlo o aiutarlo in alcun modo. Questa è la prima volta che consideriamo seriamente la possibilità di farlo sterilizzare e ci sentiamo divisi tra lasciarlo vivere al naturale, con tutta la frustrazione del caso, e la l’operazione, che consideriamo un atto di violenza sulla sua natura di cane.

Nel frattempo siamo tornati a Chania per le nostre spese settimanali e, non appena abbiamo lasciato Elafonissi e i suoi odori, Numi si è prontamente calmato. Ora è qui che dorme tranquillo ai nostri piedi. Il livello degli ormoni sta scendendo e lui sta letteralmente tornando in sé, esausto per l’agitazione ininterrotta degli ultimi giorni, trascorsi senza mangiare e senza un momento di tregua. Piano piano ritroviamo il nostro amico e la pacifica convivenza a cui ci siamo abituati, felici di riaverlo nuovamente con noi.

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