È arrivata primavera (speriamo)
Sono passate tre settimane dal nostro ultimo racconto e, come sempre, sono tante le cose successe nel frattempo. Dopo la piacevole tappa a Nafplio, siamo scesi lungo la costa fino a Leonidio, una cittadina agricola che ci era piaciuta molto, al nostro passaggio un paio di anni fa. Il posteggio vicino al mare nel quale eravamo stati, si era trasformato in una specie di accampamento hippie in questo lasso di tempo, al punto che le autorità locali hanno proibito la sosta ai camper. Abbiamo trovato un posticino sperso tra le serre e i campi e vi abbiamo passato un paio di giorni, sotto un tempo sempre più freddo, piovoso e coperto. Un giovane contadino locale, Angelos, è venuto a bussare alla nostra porta, portandoci in regalo un’enorme borsa di arance bio di sua produzione. Abbiamo scoperto che il nonno proveniva da Agrigento ed Angelos era visibilmente fiero di mostrarci che anche lui conosceva qualche parola in italiano. Leonidio si trova ai piedi della vallata scavata da un fiume, lasciando scoperta una vasta parete di roccia rossastra che, negli anni, si è guadagnata un’ottima fama di palestra per arrampicate. Per le strade abbiamo incontrato una bella quantità di furgoni camperizzati in provenienza da tutta l’Europa e giovani arrampicatori appassionati con tutta la loro attrezzatura sportiva.
La situazione meteorologica nel frattempo è peggiorata e dopo alcuni dubbi e riflessioni, ci siamo presi il rischio di passare attraverso la montagna, in direzione della Laconia, dove avevamo in programma di ritrovarci con i nostri amici di Eumelia. Sulla sommità abbiamo effettivamente incontrato la neve, ma avevamo scelto l’orario più caldo della giornata e la strada era stata fortunatamente pulita a dovere. Conoscevamo già la strettoia ripidissima tra le case di Kosmas, un villaggio abbarbicato tra le rocce e sede di un famoso monastero, ma questa volta, da provetti e incalliti viaggiatori, l’abbiamo superata senza troppi patemi d’animo. Attraversare boschi e prati coperti di bianco ci ha fatto un effetto particolare, dopo tre anni senza aver visto un solo fiocco di neve, ma presto la vallata si è aperta e il resto del percorso è filato fluido e tranquillo, fino alla cittadina di Gythio e la sua spiaggia Mavravoumi.
Anche a Gythio i due anni di misure restrittive hanno lasciato il segno, con diversi negozi, bar e ristoranti che hanno abbassato le serrande definitivamente. Questa volta, erano in corso i lavori di risistemazione di diverse strade e il rinnovo della rete fognaria, che hanno reso acrobatico il percorso per il nostro voluminoso Rocco. Il freddo ci ha limitato il godimento della spiaggia, ma non ci ha impedito lunghe passeggiate verso la cittadina, attraverso le colline circostanti.
Dopo aver passato alcune serene giornate a Mavravoumi, ci siamo finalmente spostati a Eumelia, l’eco hotel tenuto dai nostri amici Frangiskos e Marilena, con i loro figlioletti Jassonas e Orpheas. Ci siamo subito resi conto di quanto ci erano mancati! È stato un incontro tra vecchi amici, con belle chiacchierate, l’evocazione di ricordi e soprattutto molte novità. I nostri amici stavano mettendo in scatola le bottiglie del loro ottimo olio di oliva per inviarlo in tutto il mondo e stavano riordinando l’edificio principale. Il loro orto, ampliato assai nel frattempo, era pieno di insalate e verdure deliziose. Un’asinella era entrata a far parte della squadra e nuove galline popolavano il recinto, circondate da un nutrito gruppo di anatre. Jassonas aveva iniziato ad andare a scuola, non senza difficoltà a stare chiuso e seduto dopo anni di libertà all’aria aperta, mentre Orpheas era diventato un piccolo colonnello, vispo e pronto a dare ordini a tutti e a pretendere attenzione costante. È stato bello scoprire che i nostri amici avevano grandi progetti di ampliamento, con nuovi edifici, un ristorante e un piccolo laghetto ecologico. Dai disegni che ci hanno mostrato, si intuisce la bellezza del posto, una volta ultimato. Ad Eumelia abbiamo anche conosciuto Alfred, un volontario danese molto simpatico, impegnato a diffondere l’idea di tornare a coltivare la terra. Anche con lui abbiamo avuto belle discussioni sulla terra, sul mondo e sulla vita.
Il tempo a Eumelia è volato e dopo aver stretto tutti in un caldo abbraccio, ci siamo diretti a Kalamata in autostrada, dato che la via dei monti questa volta si era coperta di neve fresca. Il vento rendeva la temperatura piuttosto rigida e così abbiamo deciso di prendere in affitto un appartamentino sulle alture della città. Abbiamo passato un’intera settimana a goderci gli agi del riscaldamento, dell’acqua calda abbondante e di una vista spettacolare sulla baia di Kalamata. Non abbiamo mancato l’occasione di recarci al mercato cittadino, il più grande e fornito della zona, e di esplorare nuovi quartieri e luoghi. Tra questi, un ristorantino fresco di apertura, chiamato Cantharella. Le loro specialità sono i funghi, che studiano e coltivano loro stessi, e così abbiamo gustato dei piatti vegani veramente ghiotti e deliziosi. I giovani che animano il ristorante e la coltivazione si sono dati la missione di far conoscere e apprezzare maggiormente i funghi alla gente del Peloponneso, molto poco abituata a questo tipo di frutto e di cibo.
Con il passare dei giorni l’inverno ha lentamente, ma inesorabilmente mollato la presa e l’aria si è fatta più temperata. Lungo la spiaggia abbiamo scoperto una pratica salutista molto in voga da queste parti: il bagno nel mare con qualsiasi tempo. A praticarla erano soprattutto persone di una certa età: arrivavano con la borsa e una sedia pieghevole, sistemavano con cura i loro abiti e poi entravano in acqua, sguazzando allegramente. Dopo un tempo che a noi sembrava lunghissimo, uscivano, incuranti dell’aria ancora frizzante, si facevano una bella doccia fredda, si asciugavano e si rivestivano con tutta la calma. Ci è sembrato un’ottima attività per mantenersi in salute.
Con le temperature più miti e le giornate più lunghe, ci siamo trasferiti a qualche chilometro dalla città, lungo una bellissima spiaggia tranquilla, sotto un bosco di eucalipti. Passeremo qui qualche altro giorno, in attesa dell’arrivo di Oscar, il figlio di Natascha, che resterà con noi per una settimana. Abbiamo già in programma un bel giro da fare insieme e con lui non mancano mai le esplorazioni a luoghi, chiese e monasteri dalle storie affascinanti.