Donato Manduzio, il profeta
In Puglia siamo stati ospiti di una comunità speciale che vale la pena conoscere. Questa comunità
è ubicata a pochi chilometri da San Nicandro Garganico, una piccola cittadina che serba una storia
molto affascinante, degna di un buon film. L’ho sentita raccontata per la prima volta dal mio
figliolo Oscar, diversi anni orsono. Questa storia mi tocca e vorrei quindi raccontarla anche a chi
legge questo blog.
Nel 1885 nasce a San Nicandro Garganico Donato Manduzio, figlio di braccianti e quindi bracciante
a sua volta, che, come tanti ragazzini della sua epoca, non frequenta la scuola. Durante la prima
guerra mondiale rimane ferito seriamente. Durante il lungo periodo di recupero impara
finalmente a leggere e scrivere ed è allora che riceve in dono una Bibbia. Si prodiga a leggerla,
rimandendo sconvolto dalla storia degli ebrei nell’Antico Testamento. Vedendo attorno a sé un
mondo alla deriva, non crede alla redenzione umana attraverso il sacrificio di Gesù e si convince
della verità della fede ebraica, ancora in attesa di un Messia.
Sente una chiamata, che gli arriva sotto forma di un sogno premonitore, ma al contempo è
convinto che gli ebrei siano un popolo estinto e pensa di essere l’unico ebreo ancora vivente: inizia
allora ad applicare i precetti ebraici da solo e come meglio crede. Inizia anche a parlare attorno a
sé, diffondendo, tra amici e parenti, i messaggi contenuti nell’Antico Testamento.
Un intreccio di eventi fortuiti lo porta man mano nella direzione auspicata: viene così informato
dell’esistenza di molti altri ebrei da un venditore ambulante di passaggio da San Nicandro.
Manduzio scrive allora al Rabbinato di Roma per avere un collegamento con altri consimili e per
informarli della sua esistenza, ma deve insistere ben tre volte, perché a Roma non lo prendono sul
serio.
Anche se non esattamente conforme ai rigorosi precetti ebraici, il discorso di Manduzio convince
circa 20 famiglie del luogo, che si allontano dalla fede cattolica per abbracciare quella ebraica.
Il profeta morirà in Gargano nel 1948, mentre una settantina di persone della comunità
sannicandrese emigrerà nell’appena costituita Israele, per ricongiungersi ad altri ebrei. In Gargano
resteranno in tutto quattro donne, la vedova di Manduzio e tre altre donne sposate a uomini
cattolici. Esse ricostituiranno una comunità che ad oggi conta circa cinquanta persone: in via
Gargano 88 si trova tuttora una Sinagoga, in cui queste puntualmente si riuniscono. La vita del
profeta Manduzio non è certo stata vana: egli, da solo, ha cambiato il corso di molte vite. Ora sono
le donne di San Nicandro a portare avanti tradizioni, canti e storie ebraiche da trasmettere alle
generazioni successive. Pur essendo sposate a uomini che hanno perlopiù mantenuto la fede
cattolica e pur non essendo convertite ufficialmente alla fede semitica, mantengono tuttora vivo
lo spirito della religione ebraica.
È una storia che trovo affascinante, davvero unica al mondo.