Costruire una stufa di argilla
Prima di andare al nostro corso di costruzione in argilla e paglia, ci siamo fermati sulle alture sopra Sokobanja, nel piccolo parcheggio della clinica oculistica di Ozren, che ci è diventata molto familiare e a cui torniamo sempre molto volentieri. Questo luogo, immerso tra i boschi, ci accoglie a braccia aperte con i suoi ioni negativi super benefici e la sua acqua di fonte. Anche questa volta ci ha ricaricati per la settimana di corso che avevamo davanti.
Il giorno seguente siamo arrivati al piccolo villaggio di Čitluk, distante pochi chilometri da Sokobanja, dove si sarebbe svolto il corso. La proprietà di Nataša e Alexander è l’ultima del villaggio e più oltre iniziano prati e boschi. La coppia ha acquisito due poderi famigliari con quasi 4 ettari di terreno, dandole il nome di RaČitluk e mettendo in moto un coraggioso progetto di recupero dei vecchi e cadenti edifici presenti, in armonia con la Natura. È arrivata qui solo a febbraio di quest’anno, buttandosi a capofitto nei lavori urgenti di ripulitura da arbusti e rovi, di preparazione di un posto per dormire e far da mangiare e nell’organizzazione di volontari per portare avanti il progetto. Nataša e Aca (pronunciato Aza) sono due persone davvero speciali, profondamente connesse con la Natura.

In mezzo al piccolo gruppo di case diroccate e alla cucina estiva allestita nella veranda di un vecchio edificio in legno, ci siamo subito sentiti a nostro agio. Abbiamo conosciuto i nostri compagni di avventura per le prossime sette giornate, scoprendo un’affinità immediata con ognuno di loro.

RaČitluk gode di una vista magnifica sulle colline circostanti, sulla montagna coperta di boschi chiamata Devica, la Vergine, perché priva di insediamenti o opere umane e soprattutto sul profilo perfettamente piramidale del monte Rtanj, che si staglia all’orizzonte.
A guidarci è arrivato Lehel Horvat, un ingegnere che da quasi 50 anni si occupa di recupero delle tecniche tradizionali di costruzione e che ci ha immediatamente contagiati con la sua passione. Anche se eravamo un bel gruppo di persone, il programma di lavoro restava ambizioso: costruire una grande stufa e una cucina economica utilizzando materiali di recupero da vecchie costruzioni del luogo con una miscela di terra, sabbia e paglia, oltre che iniziare il rivestimento esterno della casa con un isolamento naturale in paglia.
Fin da subito si è creata una bella alchimia tra i partecipanti provenienti dal Belgio, dalla Svizzera, dall’Australia, dalla Danimarca, dalla Bosnia e ovviamente dalla Serbia. Tra gli alberi del prato si era formato un piccolo accampamento di tende e auto, che con il bel tempo dava un’aria di vacanze in pineta.
Invece, passata la prima fase di arrivo, di progettazione tra Lehel e Aca e di breve introduzione sulla filosofia delle costruzioni con materiali naturali, i lavori sono iniziati a tutta forza. Chi preparava la miscela di terra argillosa, sabbia e paglia, chi tagliava vecchie tegole in piastrelle, chi recuperava i sassi e chi pensava alla cucina, tutti erano indaffarati ed entusiasti, compresi i due junior del gruppo, la quattordicenne Alisa e il diciannovenne Oliver.

Ci sembrava incredibile veder crescere l’enorme stufa a partire da un rettangolo di pietre posate sul pavimento grezzo, un piano alla volta, a strati di piastrelle di terracotta e blato, “fango” in serbo, che in realtà indicava la miscela. Quel materiale era proprio fabbricato con l’argilla scavata qualche metro più lontano, gettata in un paio di vecchie vasche da bagno, impastata con acqua, ripulita dei sassi e poi miscelata a mano con sabbia e paglia triturata con un tosaerba, con acqua aggiunta fino a raggiungere la consistenza necessaria. Eravamo tutti costantemente con braccia e mani infangate e a turno ci cimentavamo nella costruzione.

Lehel c’insegnava come fare e i mille dettagli a cui prestare attenzione. La progettazione di un oggetto del genere è piuttosto sofisticata, perché deve tener conto del volume di aria da scaldare, dell’efficienza della combustione, e dell’aerodinamica dei fumi. È una tecnologia molto diversa da quella di un normale camino, che disperde l’85% del calore attraverso il comignolo. In questo genere di stufe, i fumi passano attraverso un sistema di canne simmetriche all’interno della stufa e infine escono, non prima di aver trasmesso il loro calore alla massa di materiale della stufa. Un aspetto particolare è costituito dalle canne fumarie, che devono avere una curvatura adeguata allo scorrimento dei fumi senza creare turbolenze, che spingerebbero indietro il fumo nella stanza.
Nelle varie pause scaturivano i momenti per conoscerci meglio, per raccontarci le nostre vite e i nostri progetti, ma anche per rilassarci, divertirci e cantare assieme. Nataša provvedeva a farci trovare ottimo cibo in abbondanza, spadellando su una cucina a legna nella sua veranda-cucina. Un lungo tavolo installato tra gli alberi ospitava la nostra gioiosa combriccola, felice di condividere i pasti, le risate e i molti racconti.
Durante il corso ciascuno era libero di lavorare quanto desiderava, senza obbligo alcuno, eppure nessuno badava alle ore e al passar del tempo per l’entusiasmo di vedere l’opera compiuta. La piccola cucina è stata completata rapidamente ed è ancora in attesa del ripiano superiore in metallo. La grande stufa, invece, ha richiesto più attenzione. Alla fine, la creatura peserà circa 1800 chili, una massa capace di accumulare e rendere calore per una giornata intera.
Dopo alcuni giorni, il tempo è cambiato, facendosi fresco e instabile, con qualche spruzzata di pioggia. Alcuni ospiti si sono aggiunti alla compagnia, mentre altri ci hanno lasciato. Si iniziava a sentire che questa bella avventura sarebbe presto finita e così abbiamo intensificato gli sforzi, lavorando a volte fino a notte. Siamo riusciti a terminare i lavori sulla stufa proprio nelle ultime ore della nostra presenza a RaČitluk e l’abbiamo collegata al comignolo preesistente. Con grandissima soddisfazione, Nataša e Aca l’hanno inaugurata, accendendovi un bel fuoco per iniziare ad asciugarla, prima di stendere lo strato di rifinitura finale.
Noi siamo ripartiti con la testa piena di informazioni, le mani piene di esperienza pratica e il cuore pieno di belle emozioni. Di sicuro alcune delle amicizie nate in questo corso persisteranno e, al nostro futuro ritorno in Serbia, le riallacceremo con grande piacere.