Attraverso le terre del cotone
La nostra visita in Calcidica è proseguita, dopo Sythonia, verso la penisola del monte Athos. Lungo la strada abbiamo avvistato un campo zeppo di angurie abbandonate a fine stagione, ci siamo accostati e abbiamo raccolto un cocomero che sembrava perfetto. Quest’anno abbiamo avuto poca soddisfazione: molti di questi frutti in vendita non erano maturi o allora spugnosi e senza gusto e ci auguravamo di finire la stagione delle angurie in bellezza.
Abbiamo continuato la nostra strada verso Ierissos, per farvi una breve sosta e gustarci il frutto appena raccolto. All’arrivo non ci è parso nulla di speciale, ma poi abbiamo trovato un bel boschetto di pini marittimi, indisturbato e con ampio spazio libero. Siamo andati al mare e abbiamo scoperto un’acqua cristallina e una spiaggia lunga chilometri, praticamente deserta. Il sole scaldava ancora potente, alleggerito da una brezza gentile. Finalmente era giunto il momento di gustarci l’anguria. Appena il coltello ha inciso la buccia, il frutto si è aperto con uno schiocco, un ottimo segno. Il gusto era delizioso e zuccherino e noi eravamo felici come bambini ad affondare i denti nelle fette succose della migliore anguria da mesi a questa parte.
Il posto ci aveva conquistati e così la nostra sosta si è prolungata per un’intera settimana, al ritmo lento dei villeggianti post-estivi: al mattino presto ginnastica, meditazione e respirazione, poi passeggiata nei dintorni e in seguito sole e bagni, con le nostre usuali mangiate di frutta. Sono ora tre settimane che ci cibiamo unicamente di frutta e la nostra pelle è diventata morbidissima. Ci sentiamo più leggeri e abbiamo bisogno di dormire molto meno. Desideriamo proseguire con questa alimentazione finché troveremo buona frutta di stagione o non avremo desiderio di mangiare altro cibo.
Nel frattempo abbiamo fissato un appuntamento per metà ottobre nei pressi di Atene per alcune migliorie su Rocco e ciò ci ha messo nuovamente in movimento per coprire con calma i 600 chilometri che ci separano dall’officina. Dopo una breve tappa a Salonicco, dove abbiamo scoperto altri scorci della città, come il mercato Karpani, molto affascinante con le sue botteghe e bancarelle e con la sua aria vagamente orientaleggiante, ci siamo diretti a sud.
Sulla strada, abbiamo notato una grande quantità di fiocchi bianchi che svolazzavano di qua e di là, ammucchiandosi un po’ dappertutto. Poi abbiamo scorto alti mucchi di fiocchi nei cortili di capannoni e poi di nuovo rimorchi pieni di quelle nuvolette bianche, trainati da possenti trattori. Infine abbiamo attraversato distese di campi di piccole piante marroni e bianche. Cotone!
Abbiamo scoperto che la Grecia è il paese che produce l’80% del cotone europeo, dove è coltivato da centinaia di aziende ed esportato principalmente in EU, ma anche in Egitto, Turchia e Indonesia. A causa della concorrenza di Cina, Turchia e Pakistan, l’attività cotoniera è in costante calo dagli anni’80, ma resta comunque molto diffusa. Noi non lo sapevamo e siamo rimasti molto sorpresi a ritrovarci tra le distese di cotone pronto per il raccolto. Per fortuna non è più un lavoro da schiavi: la raccolta viene fatta a macchina.
Eccoci ora alla spiaggia di Katerini, ai piedi del monte Olimpo, la casa dei dodici dei della mitologia greca. Katerini è un noto luogo di villeggiatura e nonostante fosse lunedì sera e la stagione turistica ormai agli sgoccioli, le vie della cittadina erano ben animate. A fianco del porticciolo ci ha accolto un terreno prospicente l’ampia spiaggia, che abbiamo condiviso con una decina di camperisti già installati. Al mattino proseguiremo il nostro viaggio verso sud, in direzione dell’isola di Evia, che ci richiama da quando ci è stata descritta come poco frequentata dai turisti e ancora relativamente selvaggia.