Sougia
Abbiamo scelto di passare qualche giorno a Sougia, costituita da un pugno di case sulla costa sud ovest di Creta, a una sessantina di chilometri dal capoluogo, Chania. La strada finisce lì e per andare oltre, si usa il battello oppure si va a piedi, lungo i sentieri della costa o tra i dirupi che attorniano il villaggio. La strada per arrivarci era tortuosa e si inerpicava tra i rilievi, mostrando il cambio di vegetazione e di colture rispetto alla costa, con castagneti, ulivi, vigne e alberi di mele, oltre ai terreni rocciosi pieni di robusti cespugli, dove pascolavano pecore e capre. Appena fuori dal paesino c’è una zona liberamente occupata da camper, roulotte e tende, che si affaccia su una lunga spiaggia nudista. Anche noi abbiamo trovato il nostro posticino e Numi ha subito fatto amicizia con i numerosi cani presenti. Favorita dal bel tempo, l’atmosfera pareva ancora vacanziera, con la spiaggia piena di gente e i negozi e i ristoranti ancora aperti e frequentati, in particolare la sera per godersi il calare del sole davanti a un aperitivo o a un piatto tradizionale cretese.
La spiaggia era formata da molti sassi e ciottoli, con cui qualche artista aveva costruito sculture e colonne dall’equilibrio precario, muretti per proteggersi dal vento e piccole aiuole, in corrispondenza alle zone di sosta. Una doccia funzionante era a disposizione e davanti a noi splendeva il Mare Libico, dall’acqua turchese e cristallina. Ci siamo subito sentiti a nostro agio e abbiamo scoperto che proprio lì si era formata una piccola comunità informale di gente che ci vive tutto l’anno. Alcuni hanno piazzato una tenda tra le rocce, ricavando ulteriori spazi sfruttando le piccole grotte o erigendo veri e propri muri a secco. Una curiosa miscela tra uomini delle caverne e vacanzieri a oltranza.
Sougia è collegata a Chania da regolari corse di autobus, che conducono anche all’ingresso delle Gole di Samarià, le più famose di Creta. Tutta la zona sud ovest dell’isola è ricca di questo tipo di formazioni, scavate nei secoli da torrenti o fiumi. Da Sougia è possibile prendere il battello per spostarsi ai villaggi vicini, non raggiungibili via terra se non a piedi, come Agia Roumeli, Paleochora, Loutro oppure Elafonissi e Chora Sfakion. Per chi ama camminare (come noi), è possibile percorrere dei bei sentieri sulle alture e lungo il mare, per chilometri e chilometri.
Abbiamo così dapprima esplorato le gole di Lissos e due giorni dopo siamo andati alla scoperta delle rovine dell’antica Lissos. La storia di questo luogo è affascinante. Si trattava di un prospero porto dell’antichità, con collegamenti e scambi con l’Egitto e le civiltà nordafricane. Le acque che vi sgorgavano erano ritenute curative e lì era stato edificato un tempio dedicato a Esculapio, il famoso guaritore dell’antica Grecia. Le tracce mostrano anche i segni della dominazione romana, con una necropoli, le terme accanto all’antico anfiteatro e i resti del pavimento del tempio, fatto in mosaico. Tre secoli prima della nascita di Cristo, un violentissimo terremoto aveva fatto crollare enormi massi sul tempio, sulle abitazioni e sulle strutture portuali, distruggendoli. Lissos non si sarebbe mai più ripresa da quel colpo ed è stata abbandonata nel corso dei secoli. Ora è visitata dai turisti, desiderosi di respirare ancora l’atmosfera del posto, che resta magico. Noi ci siamo arrivati dopo una bella arrampicata su un monte e dopo aver attraversato un altipiano roccioso e brullo. Si era alzato un vento teso da nord, che a volte riusciva letteralmente a spostarci mentre scendevamo il ripido declivio, da cui si poteva cogliere tutta la bellezza e la maestosità di Lissos.
I giorni a Sougia sono passati veloci e Nat ha colto l’occasione per visitare le Gole di Samarià, prima che chiudessero per la stagione invernale. Abbiamo anche fatto amicizia con Alissia, una donna polacca che vive a Sougia nel suo furgone, insieme a un piccolo cagnolino, Holly, e alla figlia quindicenne che si rifiuta di uscire dal camper e passa le sue giornate all’interno, incollata ai libri. Una situazione non facile per Alissia, che ci ha svelato anche qualche “segreto”, per esempio, dove rifornirsi di acqua potabile o dove acquistare verdure fresche, portate una volta alla settimana da un contadino della zona. Per noi è sempre molto stimolante incontrare viaggiatori con cui scambiare esperienze e visioni della vita.
I giorni sono trascorsi veloci e tranquilli, tra bagni, escursioni, alimentazione crudista e fruttariana, meditazioni e relax, favorito anche dalla mancanza di connessione internet.