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Ritiro di perdono e gratitudine a Neochori

È da quasi due settimane che ci troviamo in un piccolo villaggio nel sudovest del Peloponneso, tra Zacharo e la famosa Elaia Beach, senza alcuna voglia di andarcene via da qui. Ci capita di spostarci a qualche chilometro, poi però, torniamo inevitabilmente qui, davanti al Mediterraneo e ai suoi splendidi tramonti all’orizzonte, in cui la palla rossa viene inghiottita dal mare ogni sera, e che ogni mattina rispunta raggiante dietro alle nostre spalle: uno spettacolo affascinante che si ripete dagli albori dell’umanità. Questo posto ci offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento: sulla nostra sinistra dune e cespugli di giglio di mare, dietro al nostro Rocco una bella pineta di vispi pini marittimi, davanti a noi una lunghissima distesa di sabbia fine, inoltre acqua potabile in abbondanza, un cassonetto della spazzatura e tranquillità assoluta.

La nostra idea era di partecipare ad altri progetti interessanti, simili all’esperienza che abbiamo vissuto ad Eumelia, ma alle numerose richieste fatte in giro per la Grecia e l’Albania non abbiamo ricevuto le risposte che ci aspettavamo e abbiamo interpretato questo dato di fatto come un chiaro segno di lasciar perdere l’attivismo e di occuparci invece della nostra interiorità. Ecco come e perché siamo finiti a Neochori e perché non è ancora arrivato il momento di andarcene via da qui.

Ci siamo quindi fermati e abbiamo iniziato a fare le pulizie primaverili interne, consapevoli della fantastica opportunità che abbiamo creato allontanandoci dal nostro quotidiano ben rodato. Abbiamo così iniziato un viaggio interiore, iniziando a scrivere delle lettere di perdono alle persone che, secondo noi, ci hanno fatto del male. Le abbiamo scritte anche a noi stessi, per il dolore che abbiamo arrecato agli altri. Il perdono è un vero e proprio processo. Non basta dire “Ti perdono” affinché succeda. Ci siamo chiesti come potevamo leggere le situazioni dolorose uscendo dal nostro esclusivo punto di vista. Abbiamo considerato come quegli eventi ci abbiano insegnato molte cose di noi stessi, e ci abbiano resi quelli che oggi siamo. Siamo arrivati fino al punto di comprenderne la necessità, per la nostra evoluzione, nel quadro più ampio della nostra vita. Queste lettere non verranno mai inviate, poiché non servono ai destinatari del perdono, ma a noi stessi. Perdoniamo per liberarci dal risentimento che tiene in vita una negatività inutile. È un regalo che ci facciamo: il perdono ci allegerisce dalle emozioni pesanti che continuano a circolare nel nostro sistema. Lasciandole andare, cancelliamo il dolore associato all’esperienza, senza dimenticare la lezione imparata. Per vivere una vita libera, consapevole e responsabile, la tappa del perdono è inevitabile.

Teniamo anche un diario della gratitudine, in cui annotiamo tutto ciò per cui siamo grati: è una lista interminabile. Io per esempio, sono grata in primis per essere viva, sana e in forma. Sono grata perché vivo una vita bellissima, che ho scelto io, che mi nutre e m’ispira. Sono grata per il tempo che ho a disposizione, il mare che guardo ogni giorno, la possibilità di vivere con lentezza, il tempo mite, tutte le persone gentili e carine che attraversano il nostro cammino, per la Natura in pieno risveglio primaverile, i cani randagi e gli altri animali che incontriamo nel nostro quotidiano, l’ottima verdura e frutta che troviamo nei mercati. Sono grata perché i miei due genitori sono ancora in vita e li posso ancora vedere o sentire al telefono. Sono grata per i miei figlioli che stanno facendo il loro percorso, per la mia relazione piena di significato e rispetto con Francesco. Sono inoltre grata per l’atmosfera benevola che ci accompagna in questo viaggio. Insomma la lista continua così per paginate intere e non sembra voler finire. Ogni giorno aggiungo altre ragioni per le quali provo gratitudine, espandendo ulteriormente la mia salute, il mio benessere e la mia serenità. Quando rileggo le ragioni per le quali sono grata all’esistenza, metto il focus su tutto ciò che sta filando liscio e mi fa star bene, invece di rimuginare su tutto ciò che presumibilmente non funziona.

La sosta a Neochori si sta rivelando una benedizione: da quando ci siamo fermati, abbiamo anche ricominciato a correre, a fare esercizi, respirare e meditare con regolarità. Il corpo, l’anima e la mente sono interconnessi e vanno nutriti adeguatamente. Sentiamo il forte bisogno di occuparci di noi, dando spazio e attenzione a tutto ciò che emerge. Il momento è propizio. Desideriamo una nuova qualità per la nostra vita, per il pianeta e per tutti gli esseri umani: vogliamo più connessione, pace e gioia. Vogliamo più leggerezza, gentilezza e delicatezza. Vogliamo più rispetto, attenzione e considerazione. Se non li seminiamo e coltiviamo noi, non possiamo pretendere che ci arrivino da fuori.

2 thoughts on “Ritiro di perdono e gratitudine a Neochori

  1. Carissimi sto attraversando un momento difficile riguardo la salute leggendo le vostre parole ho sentito una forza interiore che mi sprona a non mollare e a rivolgere i pensieri al di là del dore. Grazie.

    1. Cara Sonia,
      grazie per il tuo messaggio.
      Ti scriviamo in privato per condividere con te un progetto che abbiamo messo in piedi e che stiamo sperimentando in questo momento.
      Magari può interessare anche te.
      Un caro saluto da parte nostra!

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