Ridurre l’impatto
Viaggiare e vivere in camper aumenta parecchio la consapevolezza della propria impronta ambientale.
Pur essendo consapevoli dei nostri limiti, per esempio viaggiamo con un mezzo a motore, usiamo gas e gasolio per cucinare e scaldarci e spesso usiamo prodotti chimici per le riparazioni e per la manutenzione del nostro Rocco, cerchiamo comunque di fare la nostra parte al meglio che possiamo.
Già da alcuni anni ci alimentiamo con cibo prettamente vegetale. Ci troviamo in una regione relativamente calda, per cui ci risulta facile trovare frutta e verdura fresche, di stagione e anche bio. Oltre al benessere fisico e psicologico, questa scelta ci permette di ridurre il consumo di territorio, di acqua e di risorse non rinnovabili necessarie a produrre prodotti di origine animale.
L’acqua va usata con intelligenza, perché la cisterna a bordo contiene 180 litri. Sembrano tanti, ma si tratta della quantità di una vasca da bagno. Un minuto di doccia, invece, consuma in media 15 litri d’acqua! Anche la corrente elettrica e il gas vanno usati con buonsenso: controlliamo regolarmente la carica delle batterie e delle bombole di gas, che usiamo regolarmente per cucinare. Il nostro serbatoio di acque nere (la cacca e la pipì per intenderci), invece, tiene 15-16 litri al massimo, e poi va scaricato in un luogo adeguato.
Sembra una stupidaggine, ma il fatto di doversi prendere cura di dove depositare la propria cacca rende attenti a come queste abbiano un impatto e obbliga a riflettere sul nostro stile di vita, che “dimentica” volentieri il fatto che ogni rifiuto che produciamo resta nell’ambiente stesso in cui viviamo, anche se nascosto in qualche discarica o bruciato in qualche inceneritore, pardon, termovalorizzatore. Nessuno parla però del fatto che comunque vengono prodotte ceneri, da immagazzinare da qualche parte. Per non parlare di chi proprio si disinteressa della questione, e butta in giro ogni genere di rifiuto, compresi quelli veramente tossici e pericolosi.
Una scelta che abbiamo fatto fin dall’inizio è di non usare carta da cucina, né carta igienica. Del resto, in ampie aree del mondo non si usa proprio. Basta avere con sé un recipiente d’acqua e un asciugamano per asciugarsi a lavaggio concluso. Magari non è un argomento molto poetico, ma da quando pratichiamo questo sistema, ci sentiamo più puliti.
Un’altra scelta che abbiamo compiuto è quella di usare unicamente prodotti rispettosi dell’ambiente, sia per le pulizie, sia per l’igiene personale e la cura del corpo. Per il lavaggio dei denti usiamo spazzolini da denti in bambù, completamente biodegradabili, e invece del classico dentifricio, un olio di sesamo purissimo e di estratti di spezie, prodotto da Ringana.
Anche i rasoi di plastica sono spariti: al posto di quelli usa e getta, da qualche giorno è entrato in uso il rasoio di sicurezza, quello con le lamette, per intenderci.
Il prossimo passo sarà l’uso sistematico di borse riciclabili per la spesa. Nei mercati di frutta e verdura greci, di cui siamo assidui frequentatori, i venditori sono abituati a infilare ogni singolo articolo in un sacchetto di plastica. Anche se poi li riutilizziamo per la spazzatura, ci sembra comunque eccessivo.
Desideriamo ridurre l’uso della plastica allo stretto minimo necessario. Per questo abbiamo anche cessato di usare le mascherine usa e getta, a favore di quelle in stoffa lavabile. I mari stanno già soffocando, non serve sovraccaricarli ulteriormente.
Buona Madre Terra a tutti, ora e ancora per molte e molte generazioni a venire!