posti e persone

La città fantasma di Kriaritsi

Scendendo a sud est di Salonicco, ci siamo sentiti chiamati dalla Calcidica con le sue tre penisole che la caratterizzano, come dita protese nel mare: Kassandra, Sithonia e Monte Athos.

Kassandra era segnalata come animata e ricca di attrazioni notturne, mentre il Monte Athos essendo una vera e propria nazione religiosa indipendente all’interno della Grecia, con accesso selezionato e riservato solo ai maschi, non sembrava fare al caso nostro. La nostra scelta è caduta sul dito di mezzo, Sithonia, dove abbiamo subito trovato una deliziosa spiaggetta che ci ha accolti per un paio di giorni.

Per ricostituire le nostre scorte di frutta, ci siamo diretti all’ampio mercato della vicina Nikiti dove abbiamo ritrovato la familiarità e l’umanità greche, con la generosità dei venditori e il loro fare sornione, che si apriva in grandi sorrisi quando ci sentivano parlare in italiano. La zona è ancora ben frequentata da turisti perlopiù bulgari e serbi, che si godono le vacanze fuori stagione. Dopo l’esperienza nel sud della Spagna, con centinaia di camper stipati ovunque, qui ne incrociamo davvero pochi.

Leggendo che nel 2006 sulle colline prospicienti la splendida spiaggia di Kriaritsi era stato iniziato un colossale progetto per la costruzione di 3000 case di vacanza, in seguito abbandonato, abbiamo deciso di scoprire quel luogo molto particolare.

Imboccata la strada di accesso all’area non sapevamo cosa aspettarci, ma non immaginavamo quello che poi abbiamo incontrato. Le colline disegnavano un enorme anfiteatro segnato in ogni dove da strade asfaltate scavate tra rocce e cespugli, fino all’orizzonte sul mare. Abbiamo scoperto che si estendono per ben 72 chilometri, insieme alla rete idrica, elettrica, fognaria e alcuni ponti in cemento. Mentre le percorrevamo, in solitudine, eravamo affascinati da quell’opera così vasta, lasciata incompiuta. Non una sola casa era stata edificata e cercavamo di immaginarne il motivo, ma il vento, l’unico che sembrava abitare quei luoghi, non ci ha dato risposta.

Dopo 4 km di salite e discese per le colline, abbiamo trovato uno spiazzo erboso a picco sulla spiaggia, proprio di fronte alla sagoma del monte Athos che si staglia al di là del braccio di mare. Sotto di noi si apriva una piccola baia dall’acqua cristallina e racchiusa da sinuose scogliere. Dopo il temporale appena passato, l’aria era pulitissima e il sole della sera colorava ogni cosa di una calda luce rosa. Non si udiva alcun suono e in giro non c’era anima viva. Per noi, una pace assoluta.

La notte è trascorsa nel silenzio più assoluto e il sole è sorto di fronte a noi, dal mare, disegnando la silhouette della montagna abitata dai monaci. Uno spettacolo magico che ci ha fatto pensare alla ritualità della loro vita nei monasteri che compongono quella penisola, in cui ogni mattina, da centinaia di anni, si ripete il sorgere del sole e la recitazione di preghiere e canti sacri. Si tratta di una teocrazia che risale circa all’anno 1000.  Quel luogo vieta l’accesso alle donne e agli animali femmina. Non solo: il mondo femminile non si può avvicinare a meno di 500 metri per cui è vietato anche il passaggio ravvicinato alle imbarcazioni. Le visite maschili sono consentite solo previa richiesta di un permesso speciale.

Al mattino siamo scesi a piedi in spiaggia, dove abbiamo trovato solo una manciata di persone. Il bar era chiuso, ma gli ombrelloni di paglia e i lettini erano ancora lì a disposizione e anche la doccia era funzionante. La città fantasma si stava rivelando, in realtà, come un piccolo angolo di paradiso a nostra completa disposizione.

Fare il bagno in quell’acqua fresca e limpida, circondati da piccoli branchi di pesce e dai riflessi dei raggi del sole sul fondale di sabbia bianca ci ha ricaricati di energia. All’uscita dall’acqua il brivido del vento fresco è subito stato mitigato dal calore del sole, che ci ha asciugato il sale sulla pelle.

La nostra idea di rapida visita a una città fantasma spoglia e abbandonata si è trasformata in una sosta piena d’incanto. Come in innumerevoli altre occasioni in questo viaggio, il sentimento che ci invade è una profonda gratitudine per tutta la bellezza e l’abbondanza che abbiamo intorno.

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