Drlupa
Per arrivare a Drlupa, un villaggio tra le colline a una cinquantina di chilometri a sud di Belgrado, abbiamo percorso piccole strade ben tenute, tra le dolci colline intensamente coltivate della Šumadija. Sembra impensabile che a pochi chilometri dall’effervescente capitale, esistano luoghi così preservati e bucolici. I nostri conoscenti abitano in una grande casa con piscina e un paio di ettari attorno. Con i risparmi di molti anni di lavoro in Svizzera hanno realizzato il loro sogno, un luogo di ritiro e riposo, che condividono con diversi trovatelli, cani e gatti. Un attimo di disattenzione durante la manovra per entrare nella loro proprietà ha provocato una bella grattata alla fiancata di Rocco. La costernazione per l’accaduto è stata subito cancellata dalla calorosissima accoglienza di Zoran e Nada. Durante il viaggio abbiamo imparato che le lamiere si possono aggiustare e una soluzione si trova sempre.
Così è iniziata la nostra immersione in una nuova piccola comunità, tra vicini di casa di lunga e di fresca data, e amici sparsi nella zona. La casa dei nostri nuovi amici viene visitata in continuazione: un andirivieni incredibile. Tutti erano interessati alla nostra storia e pronti a raccontare la loro. Inutile dire che un elemento fondamentale del ritrovo è il cibo, ben innaffiato dalle tradizionali bevande. A un certo punto era diventato quasi imbarazzante rifiutare sistematicamente il caffè, la rakia, la birra, il vino, il pane, la carne, i dolci e i succhi di frutta offerti a tutte le ore del giorno. Nonostante la nostra “diversità”, siamo stati ugualmente proclamati “amici per la pelle” e invitati a trovare casa da quelle parti.
Nel frattempo, il meccanico e carrozziere Žile, amico e vicino di casa del nostro ospite, ha sistemato Rocco in una sola, lunghissima giornata di lavoro, con un risultato spettacolare e ad un prezzo davvero imbattibile. Grazie a tutti i trattamenti ricevuti, il nostro camper ringiovanisce a vista d’occhio!
Zoran ci ha scarrozzati nei dintorni, facendoci conoscere i villaggi vicini e soprattutto la zona attorno a Kosmaj. Lì si trova un famoso convento ortodosso, con un grande parco ricco di roseti in fiore ed edifici di fattura pregevole, decorati dagli immancabili mosaici. Da lì siamo saliti su un belvedere, dalla cui torretta in legno era possibile ammirare, in lontananza, il panorama della natura circostante e i primi grattacieli di Belgrado. Poco distante si trova il monumento eretto nel 1971 in memoria dei caduti della seconda guerra mondiale, un’esplosione di imponenti strutture in calcestruzzo che creano, insieme, una gigantesca stella. Tutta la zona è circondata da boschi cedui in cui, in occasione del 1° maggio, si accampano centinaia di giovani per festeggiare, con falò e abbondanti bevute.
Il caldo, in questi giorni, aveva raggiunto picchi notevoli, e noi abbiamo abbondantemente approfittato della piscina, allietati dalle rondini che ci sfrecciavano attorno per bere da quell’acqua. I cani e i gatti di Zoran e Nada hanno fatto amicizia con Numi che ha passato il suo tempo a giocare, rincorrersi con loro e oziare insieme.
Diversamente dal solito, non abbiamo camminato molto nella zona, sia per gli incessanti incontri e inviti, sia per il caldo soffocante, ma abbiamo comunque ammirato la bellezza e la pace della Sumadija. In misura ancora più grande, abbiamo apprezzato il calore umano dei nostri incontri. Abbiamo percepito quanto importante sia questo aspetto per vivere una vita piena e ricca di senso. Qui, il tempo per coltivare le relazioni si trova ancora. Invitare a casa propria è una pratica spontanea, e non manca mai l’offerta di cibo e spesso anche la proposta per restare a dormire. Ci siamo sentiti avvolti in un’accogliente coperta calda.
Dopo tre giorni, è arrivato il momento di lasciare i nostri nuovi amici: Belgrado ci aspetta. Pur essendo un po’ restii all’idea di stare qualche giorno in una grande città, dopo aver vissuto nella Natura per mesi, siamo partiti salutando tutta l’affettuosa comunità. Non finiamo mai di stupirci, come dopo pochissimi giorni, ci sentiamo già parte di una tribù.