Caravan Doctor
Oggi la destinazione prescelta è Kalamata, quella delle olive. Domani è sabato e vi si tiene un bel mercato che abbiamo voglia di visitare. Scegliamo un parcheggio in spiaggia libera, alle porte della città, che l’app “park4night” ci segnala come tranquillo. Arriviamo dopo qualche chilometro di strada con dossi, dislivelli e buche e… non è amore a prima vista. È vero, c’è ampio spazio lungo il mare, ma il posto sembra un po’ desolato e poco curato. Il sole si affaccia tra le nuvole, e il vento resta teso. Un paio di sportivi tentano il surf sulle onde. Più in là, si trovano un paio di camper “modello appartamento su ruote”, con tanto di rimorchio. Ma cosa se ne faranno di un rimorchio, ci chiediamo, se hanno già appresso due mezzi grandi come degli autobus? Ci fermiamo comunque a fare picnic in spiaggia. Al momento di ripartire, Nat si guarda attorno per trovare un contenitore dei rifiuti, e si avvia in direzione dei due bestioni. Torna tutta galvanizzata esclamando: “Uno dei camper è di un certo Ralf che fa il Caravan Doctor!”. È da un paio di giorni che la nostra luce led sopra alla cucina non funziona più: la sera, per cucinare, ci arrangiamo accendendo le luci del bagno e tenendo la porta aperta. Funziona, ma alla lunga una soluzione ci vuole, così andiamo da Ralf a chiedere se ci può aiutare. E lui, un aitante olandese pressappoco della nostra età, si mette subito all’opera.
Arriva con i suoi strumenti, e un attimo dopo ci dice: “Si è staccata la saldatura del filo della lampada. Ora la riparo”. Cinque minuti dopo il lavoro è fatto. Nel frattempo, discorrendo con lui, scopriamo che è da 15 anni che fa il riparatore nomade. Era stato un ingegnere elettronico nel settore aeronautico, ma aveva dovuto smettere per lo stress che l’aveva portato a un esaurimento. Negli ultimi 15 anni, la sua patria di adozione era stata la Spagna, ma con il covid si è spostato nella più rilassata Grecia. Poi, con un misto di orgoglio e di imbarazzo, ci mostra il suo Concorde. A noi pare un mezzo stralussuoso: minicinema, lavatrice, salottino in pelle e chi più ne ha, più ne metta. Un acquisto recente: prima usava un piccolo camion attrezzato, spartano e di poche pretese. Ci mostra anche il vano bagagliaio, dove spicca un potente impianto elettrico. Kut è impressionato dalla sua attrezzatura, e gli diciamo che purtroppo abbiamo omesso di montare un inverter sul nostro Rocco, quindi niente corrente a 220V per i nostri computer.
Ralf ride e dice: “Ma se volete, un inverter ve lo monto io, è un lavoro di 10 minuti!”. Facciamo quattro calcoli sulla potenza necessaria, Ralf apre il rimorchio che si rivela una vera e propria officina, con pezzi di ricambio inclusi. E tra i ricambi spunta il nostro inverter, esattamente come lo volevamo. Ralf si rimette al lavoro. Un quarto d’ora dopo… abbiamo la 220! D’ora in poi, siamo finalmente indipendenti per la corrente elettrica. Adesso sì che siamo dei veri nomadi digitali!
Per non farci mancare proprio nulla, chiediamo a Ralf se può installarci i LED anche nella lampada esterna. Detto fatto: in pochi minuti anche quella è a posto. Tra un lavoro e l’altro ci raccontiamo i nostri piani futuri e conosciamo anche sua moglie, una dinamica e simpatica signora. Scopriamo che siamo diretti nello stesso angolo del Peloponneso: stazioneremo a una ventina di minuti di distanza gli uni dagli altri, entrambi indaffarati con i nostri progetti. Ralf ci lascia la sua carta da visita, perché Rocco ha i suoi anni, e un “Caravan Doctor” può sempre far comodo. Che tipo simpatico! A proposito: anche il conto è stato onestissimo.
L’incontro è stato più che fortuito: quale poteva essere la probabilità di scegliere un posto a caso per fermarci, e incontrare lì proprio uno come Ralf? Una fortuna incredibile, di cui siamo molto grati.