Bye bye Neochori!
Viaggiare, spostarci, visitare luoghi mai visti prima ha un incanto tutto suo. Si susseguono situazioni, paesaggi, persone sempre nuove. È tutto inedito, inesplorato. È come quando incontriamo una persona che c’intriga particolarmente e che vogliamo conoscere meglio: siamo catturati, curiosi, aperti, appassionati. Poi, prima di arrivare al disincanto, hop, ci spostiamo e cambiamo scenario: effetto “honey moon” assicurato, in cui la novità rende l’esperienza sempre fresca e colorata.
Detto questo, è da due mesi che siamo accampati a Neochori, su quella che ormai chiamiamo “la nostra spiaggia”. Abbiamo scelto di restare in questo posto di circa 200 abitanti, perché siamo in prossimità di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per stare bene: un mare che cambia colore ogni giorno, dune sabbiose che oltre a procurarci chilometri di bellissime passeggiate, forniscono l’habitat naturale alle tartarughe caretta (la comune tartaruga marina), ben due mercati con scelta di ottime frutta e verdura, acqua dolce per le nostre docce e il risciacquo delle apprezzatissime erbette greche, tramonti spettacolari ogni sera, due simpatici cani “da guardia” strafifoni appostati accanto al nostro Rocco e, dulcis in fundo, le persone del posto che ci hanno accolti a braccia aperte.
Tutto è iniziato con i soliti saluti di circostanza: passando sull’unica stradina che taglia il paesello in due, abbiamo fin da subito generosamente distribuito sonori “yassas!” di qua e di là, contraccambiati da sorrisoni e levate di mano. Trovato il nostro recondito posticino, vicino agli oleandri, mai avremmo pensato di restare qui così a lungo!
I primi umani che abbiamo incontrato sono stati Anita e Franco, di cui abbiamo già scritto in precedenza. Anita ha imparato il greco quel tanto che basta per diventare amica di tutta la comunità femminile di Neochori e Franco, da bravo ingegnere, passa le sue giornate a commentare i lavori edili e lo stato delle strade della zona. Con loro abbiamo subito messo in atto una collaborazione: noi avremmo raccattato i rifiuti in spiaggia e tra le dune e loro li avrebbero portati a una discarica non meglio specificata, con il loro carrello. Anita ha poi iniziato a portarci i dolci che riceveva lei stessa dalle sue amiche greche, ignara del fatto che noi non li mangiavamo, ma li passavamo invece a tre giovani braccianti pakistani che avevamo adocchiato in una casa fatiscente lungo l’unica stradina del paese, appena fuori dall’abitato. Per un certo periodo c’è stato un vero e proprio traffico di dolci, durante il quale quei giovani pakistani hanno avuto l’occasione di provare in Grecia un panettone italiano, portato loro da due svizzeri. Questo sì che chiamo un autentico scambio interculturale!
Col tempo, le persone del luogo hanno iniziato ad avvicinarsi a Rocco, portandoci direttamente in camper biscotti, pane, uova, vino e pure insalata verde (qualcuno avrà sparso la voce che siamo vegani) e abbiamo così iniziato ad avere una vera e propria vita sociale, con tanto di inviti, aperitivi e bivacco serale in spiaggia, che abbiamo contraccambiato con saponi, creme per le mani e altri oggetti che avevamo portato con noi dalla Svizzera. Tra una chiacchierata e l’altra, il tempo è così volato, proprio non l’abbiamo visto passare. Ad un certo punto, per una settimana, si sono aggregati a noi anche i nostri amici Ines e Uwe, che abbiamo contagiato con la nostra passione per la raccolta dei rifiuti. Certe spedizioni lungo la spiaggia in quattro riempivano un cassonetto della spazzatura intero!
Gli autoctoni ora ci salutano con ancora maggiore cordialità e sappiamo che sanno chi siamo. La voce gira veloce tra quelle poche persone, e per i greci siamo gli “svizzeri che non mangiano animali” oppure “gli svizzeri della plastica”. Sebbene il nostro greco sia ancora ridotto all’osso, chiacchieriamo allegramente con chi ci viene a trovare, intrigato dal nostro viaggio e dalla nostra scelta di vita.
In pochissimo tempo siamo così entrati a far parte di un sistema preesistente, in cui abbiamo accolto tutti con la stessa benevolenza e lo stesso interesse, attitudine che ci è tornata indietro amplificata. Era da tanto tempo che non sperimentavamo più sulla nostra pelle cosa significa essere umani, interessandosi all’altro con semplicità e scambiandosi genuinamente modi di pensare e doni.
Lasceremo Neochori nei prossimi giorni, non senza una punta di rammarico. Al contempo già ci rallegriamo per le nostre prossime avventure, che si preannunciano interessanti e ricche di contenuti. Stiamo per lasciare anche la Grecia per una destinazione sicuramente non meno affascinante. Ci sarà da salutare la comunità di Neochori, nutrire ancora ben bene i nostri simpatici fifoni, fissarci nella memoria ancora qualche spettacolare tramonto, per poi prendere la strada verso nord.