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Arrivederci, Atene

Dopo un’intera settimana passata ad Atene, abbiamo finalmente ripreso Rocco che avevamo portato al CamperClub, a una ventina di chilometri dal centro città. Nel frattempo, abbiamo passato una settimana molto intensa e vibrante esplorando i vari quartieri di Atene, ognuno con le sue peculiarità e caratteristiche.

Siamo approdati nella capitale greca alla fine del periodo di confinamento. Le misure anti-covid molto strette, imposte da oltre due mesi, avevano trasformato il paesaggio cittadino: intere vie di piccoli negozi con le serrande abbassate, poca gente in giro, assenti gli studenti, alle nove di sera coprifuoco e silenzio. Eppure, è stato proprio in questo particolare momento storico anomalo, che la città ci ha mostrato la grandezza del suo passato.

Abbiamo camminato per ore, gettando l’occhio al di là dei cancelli di siti archeologici inesorabilmente chiusi, godendoci le rovine, i colonnati, i resti di frontoni e architravi e immaginandoli nella loro maestosità, vissuti dai greci e dai romani di quelle epoche. Bastava alzare gli occhi per scorgere l’Acropoli e il suo Partenone, il cuore religioso dell’antica Atene, con le sue grandi porte di ingresso, in basso sul colle che la ospita.

Non c’erano turisti, e bar e ristoranti offrivano giusto qualcosa da portare con sé. Molti i senzatetto, con i loro sacchi e le loro coperte, negli angoli che offrono la possibilità di un riparo asciutto. Senza i suoi commerci, la città sembrava un guscio vuoto, e i suoi abitanti la attraversavano un po’ straniati dal cambio di ritmo. Come già detto, abbiamo camminato senza sosta, desiderosi di scoprire angoli sempre nuovi, spingendoci fino a dove la città cambia volto e carattere. Camminavamo anche 15 chilometri al giorno.

Abbiamo avuto giornate molto fredde, passando improvvisamente dai 24 gradi ai 6-7, con punte fino a zero, la notte. Eravamo vestiti a mo’ di cipolla, mettendo tutti gli strati dei pochi vestiti che avevamo portato con noi. La sera, ci rintanavamo nel nostro appartamento, che scaldavamo con i condizionatori, poiché il riscaldamento centrale era ancora spento.

Per fortuna, i mercati sono sempre rimasti aperti, così eravamo in grado di caricarci di verdure fresche per i nostri ottimi pranzetti vegani, non dimenticando di munirci di chili di arance, per le nostre amate e gigantesche spremute. Pensavamo di riprendere Rocco in due o tre giorni, invece il giovane capo-officina Taxos aveva pensato bene di prendere casa con la fidanzata proprio in questi giorni, e così i tempi si sono allungati. Non si discute con gli innamorati!

Venerdì è arrivata la conferma di una notizia che aleggiava: dal lunedì successivo, i commerci avrebbero riaperto. Durante il fine settimana abbiamo visto decine di furgoni rifornire i negozi e i commercianti, dopo mesi di lockdown, erano indaffarati a rimettere a lustro i loro negozi. Abbiamo avvertito il cambio di energia nell’aria, una sorta di anticipazione impaziente. La gente aveva voglia di riattivarsi, e poi, i greci amano profondamente la relazione sociale e la comunicazione, che è mancata troppo in questo lungo periodo di confinamento. Il commercio e lo scambio umano sono una necessità fondamentale, come per loro, così anche per noi.

Lunedì mattina, già verso le sei, ci hanno svegliato nuovi rumori in provenienza dalle strade: un vero e proprio concerto di migliaia di motocicli, di auto, di saracinesche alzate, di voci umane… e di polizia, tanta, tanta polizia dispiegata a controllare il rispetto delle misure anticovid. Anche noi ci siamo dati allo shopping, nel senso che ci siamo finalmente procurati abiti e scarpe adatti alle temperature. Gli sconti la facevano da padrone, i negozi volevano liberarsi della merce invernale, prima dell’arrivo delle nuove collezioni. Abbiamo visto file di persone sulle strade, che attendevano il loro turno per fare gli acquisti.

Noi, invece, ci siamo orientati sull’usato. Abbiamo trovato dei negozi stipati di begli abiti di seconda mano, e abbiamo fatto il pieno di pantaloni, maglioni e giacche. Poi è finalmente arrivata la telefonata da Taxos che ci informava che il nostro Rocco era bell’e pronto. Siamo tornati al Camperclub con il nostro tassista di fiducia Xiro, dove ci hanno riconsegnato un Rocco ringiovanito e risistemato. Aspettando le ultime finiture, abbiamo simpatizzato con Xavier, un giovane francese che viaggia in camper con la sua famiglia: moglie e due bimbi di 4 e 6 anni. Il loro intento è di dirigersi verso l’oriente, attraversando tutta la Turchia.

Dopo aver saldato il conto e aver salutato tutti, abbiamo ripreso il cammino. Al calar del sole, ci siamo ritrovati alla spiaggia di Kineta, come all’andata, con il mare davanti alla porta. Ora fa freddo, ma l’aria pungente è di nuovo pulita. Arrivederci Atene! Il viaggio continua.

2 thoughts on “Arrivederci, Atene

  1. Siamo un po’ invidiosi che avete goduto di una Atene silenziosa….non l’abbiamo sempre solo vista frenetica e caotica, ma affascinante anche così. Buon proseguimento…. un saluto 👋

    1. Cara Sonia,
      sì, Atene è estremamente seducente. Noi siamo riusciti a beccarla sia nella sua versione anomala (calma), sia nella versione standard (operosa). Ci è piaciuta molto!
      Un caro saluto anche a te!

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