Albanica Winery
L’intera mattinata di martedì è stata piena di spostamenti. Dopo aver raggiunto il mercato di frutta e verdura e aver passeggiato un po’ per il centro di Valona, ci siamo diretti verso Zvërnec, un paesino appena fuori città, sulla lingua di terra che separa il mare da un’ampia laguna.
La nostra idea era di trovare un posto nella pineta e di goderci un paio di giorni al mare e dopo aver percorso tutta la strada fino al culmine della striscia di terra, siamo arrivati al monastero di San Mërisë.
Dopo averlo visitato, ci siamo rimessi in moto verso nord. Per la prima volta da quando siamo in Albania abbiamo preso l’autostrada, per scoprire che non è a pagamento.
Siamo usciti dopo alcuni chilometri e abbiamo quindi preso la strada verso il mare, attraversando un’estensione di campi coltivati, separati da numerosi canali di bonifica su cui stavano sospese grandi reti a bilancia. Dopo il caos di Valona, il paesaggio rurale ci ha istantaneamente calmati.
Finalmente siamo arrivati al paesino che cercavamo. La giornata era coperta e ventosa, la spiaggia ancora da preparare per la stagione, coperta di rifiuti e plastiche. I bar e i ristoranti erano ancora chiusi e molti tra questi, mostravano il bisogno di consistenti manutenzioni. L’effetto era piuttosto desolante, ma non privo di un inspiegabile fascino. Per noi, comunque, non era il posto in cui ci saremmo voluti fermare.
A questo punto, abbiamo deciso di cambiare completamente il nostro programma e di dirigerci verso le colline.
Nella nostra app, avevamo individuato un posto dalle ottime recensioni: Albanica Winery, una tenuta coltivata a vigna e olivi, con ristorante e vendita di vini, e accoglienza libera per i camper di passaggio.
Ci siamo rimessi in strada e salendo per le stradine in mezzo ai boschi, siamo arrivati ad Albanica, rimanendo istantaneamente ammaliati dalla bellezza del posto. Sotto di noi, si apriva una vallata coperta di boschi, vigneti e oliveti, che scendeva dolce verso la pianura, la cui linea d’orizzonte brillava dei riflessi del mare, in lontananza. Tutto il posto irradiava una cura nei dettagli e un gusto che finora non avevamo ancora incontrato in Albania. Ancora un po’ increduli da tanta bellezza, siamo entrati nel ristorante e siamo stati accolti da Tani, il proprietario. Sistemati sulla sua terrazza nuova di zecca, da cui si poteva godere di una vista ancora più spettacolare, ci siamo presi il tempo per conoscerci a vicenda. Tani sfoderava un inglese impeccabile, con un adorabile accento britannico. Così, è stato facile ricostruire la sua straordinaria storia e quella della nascita di Albanica Winery.
Per ben 23 anni, Tani ha vissuto a Londra, dove ha avuto un certo successo con un’impresa di costruzioni. A Londra ha messo su famiglia e ha avuto due figli, ora di 25 e 27 anni. Dopo tutti quegli anni, durante una visita in madrepatria ha maturato la decisione di cambiare vita e di dedicarsi alla sua grande passione: la viticoltura.
Ha dedicato diversi viaggi in Italia, Germania e Francia per istruirsi sulla produzione di vini di qualità. La moglie e i figli però, non ne hanno voluto sapere di tornare in Albania, così Tani ha lasciato a loro la casa londinese e ha cercato un posto dove dare vita al suo sogno. Suo padre, un distinto ex medico ottuagenario, l’aveva condotto in questa zona e Tani si era innamorato di quella vallata. Le sue capacità negoziali e la sua disponibilità finanziaria gli avevano permesso di acquistare tutti i piccoli appezzamenti della zona, riunendoli in una proprietà di ben 12 ettari, ora coperti da curatissimi vigneti e oliveti.
Ad Albanica le viti sono coltivate basse e senza irrigazione. Le temperature solari rendono il vino corposo, ma Tani lo lavora in modo da renderlo più amabile e ricco di sfumature e aromi.
Mentre discorrevamo amabilmente, Tani ci ha invitato a un assaggio. Nat ed io, poco abituati a bere alcol, eravamo un po’ restii, ma abbiamo ceduto di fronte a un merlot rosè e un cabernet dal colore ben carico. Per un attimo, ci siamo sentiti una regina e un re, su quella terrazza, a guardare lo spettacolare tramonto all’orizzonte sorseggiando quel nettare.
Poco più a monte della tenuta si trova il monastero di Ardenica, un importante luogo di culto ortodosso, posto sulla via che collegava l’Occidente all’Oriente, fin dai tempi delle conquiste romane. Albanica si trova così in una zona di grande importanza storica e culturale.
Tani ha voluto costruire un luogo in cui sentirsi felice di svegliarsi, ogni mattina e in cui offrire ancora delle attività utili per i suoi genitori, ma anche per ritrovarsi tra amici e con tutte le persone che lo desiderano, missione che reputiamo più che riuscita.
La mamma 74enne di Tani è tutt’ora l’anima della cucina, e ci ha preparato degli ottimi manicaretti vegani ispirati alla cucina albanese che non avevamo ancora assaggiato. Ci ha fatto sorridere: era preoccupata che non mangiassimo abbastanza, per questo ci ha fatto arrivare sul tavolo ogni ben di dio, a cui abbiamo fatto onore. Tra i vari piatti, ci è molto piaciuto il pispiliki, una specie di farinata croccante a base di erbe selvatiche e farina di mais. Ora abbiamo la ricetta, e sarà uno dei nostri prossimi esperimenti culinari in camper.
Abbiamo chiuso la giornata giocherellando con Sammy, il cuccioletto di casa, che mostra sin d’ora una propensione per il furto e il maciullamento di scarpe, e facendo piani per intraprendere un lungo giro per la vallata e le alture circostanti, il giorno successivo. Quando ripartiremo, porteremo con noi un paio di bottiglie di vino e l’olio d’oliva di Albanica, dal gusto delicato e fragrante, raccomandando il luogo a chiunque voglia venire a visitare questo affascinante paese.